“Quella sterile forma e purezza da conservatorio è distante dal modo di suonare di Ambrosio quanto la Luna dalla Terra. Questo chitarrista vive la musica con una infuocata passione, oltre che con ogni cellula del proprio corpo. Esperienza, sicurezza e gioia brillano nelle esecuzioni di Ambrosio come il Sole stesso, e a discapito di quanto affermato nelle note una tecnica sontuosa, quasi sovrumana, gli consentiva la realizzazione di qualsivoglia fantasia.
Dunque, se mi è piaciuto?
Da morire!”
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“Questo stupefacente virtuoso ha semplicemente conquistato il suo pubblico in meno di quattro battute con il suo modo di suonare incredibilmente abile, la sua sonorità potente e ricca di coloriti, la sua tecnica sbalorditiva. E non è tutto, c’è ancora questa musica autentica che trascende tutti gli aspetti puramente tecnici, per sedurre ad ogni istante”
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“Uno straordinario liutista e chitarrista, un suono caldo appassionato, terso.”
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“…abbiamo potuto notare quanto la sonorità del liuto possa risultare nitida e ricca di possibilità timbriche e dinamiche. Si era affascinati e trasportati tanto dal raffinato fraseggio quanto dal suono caldo ed intenso, seppur leggero e misurato.”
Berlingske Tidence (Copenaghen)
“Solo un numero esiguo di esecutori riesce a stimolare i sensi dell’ascoltatore attraverso la propria presenza, è un perfezionista, e di ciò ne è testimonianza il modo sensuale ed allo stesso tempo rispettoso di maneggiare i suoi strumenti; è un godimento sia l’ascoltarlo che il vederlo in azione.”
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“…ciò che Carlo Ambrosio ha saputo offrire alla Bern Konzerthalle è stato il più alto omaggio al liuto Rinascimentale ed alla musica scritta per esso!”
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“Le sue caratteristiche stilistiche, si manifestano nel tocco elegante, non alieno da sfumature preziose, nella dote di elaborare felicemente una gamma di colori, nella rilevante penetrazione culturale.”
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“…il suo Nocturnal risplende di una gamma di contrasti timbrici e dinamici che hanno eguagliato e superato la storica registrazione di Bream, dalla quale tutte le successive interpretazioni, direttamente o indirettamente, hanno avuto origine.”
“…Ambrosio ha servito quella che, se mai possibile, è la versione flamenco più ispirata della Sonata di Turina che io abbia mai ascoltato. Una concentrata esplosione di energia…”
“…Tecnicamente scioccante e dai colori vivi, la sua Chaconne è di quel genere che si deve viaggiare per grandi distanze per poterne ascoltare di simili, in questi tempi opachi e timidi.”
Paul Fowles
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Carlo Ambrosio è stato il protagonista, nella duplice veste di liutista e di chitarrista, del terzo concerto della rassegna “Música en la tarde”, organizzata dall’ Instituto Cervantes di Napoli.
Ricco ed articolato il programma proposto, con un primo tempo rivolto alla musica per liuto, a cominciare da due brani di Hans Neusiedler, massimo esponente della scuola tedesca del Cinquecento.
Il nucleo principale di questa parte iniziale era però rappresentato da alcune composizioni del noto autore britannico John Dowland (1563-1626), fra le quali è stata inserita la Partita in fa maggiore di Johann Kropfgans (1708-1771), musicista che diede un valido contributo alla letteratura liutistica, in un periodo, il Settecento, coincidente con un rapido ed irreversibile declino dello strumento.
Dopo un breve intervallo, dal liuto si è passati alla chitarra classica ed il maestro Ambrosio ha dedicato il resto del concerto ad autori spagnoli e sudamericani, eseguendo un repertorio che lo ha reso famoso in tutto il mondo.
Un percorso che, partendo dal romantico ed intimo Tárrega, giungeva ai ritmi ed alle estreme difficoltà delle Cadenzas tratte dal Concerto per chitarra di Villa-Lobos, passando per l’ Homenaje para la tumba de Debussy, commosso ricordo di De Falla al grande compositore francese.
A completamento del programma, ricordiamo i tre brani che formano Impromptus op. 24, dallo stile moderno ma moderato, ricchi di interessanti sonorità e molto complessi, opera dello stesso Ambrosio, che ha quindi dimostrato di essere anche un ottimo compositore.
Riassunto per sommi capi il corposo programma che caratterizzava il concerto, va doverosamente spesa qualche parola sul maestro e sulla sua interpretazione.
Indubbiamente ci troviamo di fronte ad un artista di caratura mondiale e di grande versatilità, ma ciò che colpisce maggiormente è l’intensità con la quale affronta qualsiasi brano, non risparmiandosi mai, prova ne sia che ha scelto come bis il Terzo preludio di Villa-Lobos, un pezzo di una difficoltà espressiva estrema.
Ciò ha favorito la creazione di un feeling immediato con il pubblico che, mai come in questa occasione, si è mostrato attento, silenzioso, partecipe e, alla fine, entusiasta.
Abbiamo assistito a moltissimi concerti di chitarra, negli ultimi anni, e possiamo affermare, a scapito delle inimicizie e rivalità che animano il mondo delle sei corde, che mai siamo stati così tanto coinvolti da un esecutore prima di oggi. C’è stata più musica in un singolo brano eseguito da Ambrosio, anzi, raccontato, recitato, che in tutti i concerti a cui abbiamo fin’ora assistito.
Va aggiunto che Ambrosio risulta anche dotato di una simpatia e di una affabilità che non sempre si riscontrano fra i musicisti del suo livello, facilitate da una figura che ricorda quella di un gentiluomo spagnolo, quasi una sorta di immedesimazione con la musica eseguita. Dopo il concerto ci ha ricevuti in camerino, dove abbiamo potuto anche vedere da vicino lo stupendo strumento su cui ha eseguito il concerto, una copia Santos Hernandez di Gabriele Lodi, il giovane liutaio di Carpi dei cui pregevoli strumenti Ambrosio è ambasciatore nel mondo.
A questo punto non ci resta che chiudere, sottolineando la validità della rassegna organizzata dall’ Instituto Cervantes, che si sta rivelando una delle più interessanti dell’attuale panorama musicale napoletano.
Marco del Vaglio
Pubblicato il 08/02/2007
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“Credo di non essere stato un bambino del tutto normale… un piccolo diavolo canterino e ballerino, che ha fatto quasi tutte le elementari in piedi perchè non riusciva a stare seduto.
…mia zia mi disse che cominciai a piangere e a ballare, muovendo la testa, i piedi, le braccia, continuando anche dopo che il Bolero trovò pace. Ero stregato. Avevo trovato la mia strada. Il resto è temporale. Ma quello fu il fulmine!
Fra i dischi che papà mi portò ve ne era uno di un tal Segovia che suonava una trascrizione di un concerto di Boccherini. Il suono di quello strumento mi aveva perforato l’anima. Sfortunatamente…
Ero a Valencia, al Palau della Musica, davanti a 800 persone. Durante la parte di liuto mi era salita la nausea ed un forte mal di testa, e pensavo solo a finire il più presto possibile. Non sono tornato sul palco per la seconda parte di chitarra. Tornai in albergo senza parlare. E non ho più eseguito un concerto di musica classica per tredici anni.
Quando ho sentito equilibrio ho ripreso in mano la chitarra classica e mi sono reso conto di avere molto da dare, assai più di prima.
Non studio mai un brano. Ci scegliamo, spontaneamente. Non credo si possa interpretare un brano che non ha scelto di lasciarsi interpretare. Un brano va amato, ascoltato e capito, profondamente, ben oltre la partitura… E’ insopportabilmente vigliacco l’esecutore che rifiuta di assumersi la responsabilità di essere interprete, come troppo spesso oggi accade.”
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Kieler Nachrichten
“Prima ancora che Ambrosio suonasse una sola nota stasera, fu evidente che non avevamo a che fare con quelle personalità scialbe che il mondo della chitarra classica produce. Mi fu chiaro che il mio viaggio non era stato invano. Carlo Ambrosio è un massimo talento internazionale, il cui ritorno al mondo del concertismo va celebrato a livello mondiale.”
Classical – Guitar-Magazine – UK-Derby Recital – 2009 -Visualizza Articolo
“Esecuzione trionfale di Ambrosio dell’Allegro risoluto della Gran Sonata di Paganini. Sarà anche stato registrato trilioni di volte, ma questa versione realmente vola, e ad una altezza maggiore di qualsiasi altra registrazione che io abbia mai ascoltato.”
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